Il nostro cervello è fatto in modo che l’aspettativa di una ricompensa o di godimento non solo sia in grado di innescare un movimento di avvicinamento verso l’oggetto ma sia altresì probabile che produca un’azione, un comportamento. Il timore di una perdita, invece, è più probabile che generi un’inattività e inerzia: biologicamente siamo fatti in modo che l’aspettativa di buone cose ci spinge all’azione... Ricevere un “like” su qualche piattaforma social stimola dopamina così come avere un riconoscimento dal proprio capo, mangiare cioccolato o ricevere una ricompensa economica inaspettata. (Il neuromanagement tra cambiamento, tecnologia e benessere Balconi e Salati,2020).
Il meccanismo di base della motivazione è chiamato “reward system”. (McClure, York, & Montague, 2004) Il reward system modula l’attività del cervello nelle strutture frontali, coinvolte nelle decisioni e nelle scelte comportamentali e influisce quindi sull’aumento o la diminuzione di probabilità che un certo comportamento sia agito. Non è solo una questione economica, i driver motivazionali sono distribuiti ovunque nel nostro cervello e sono quindi molte le leve che l’organizzazione può utilizzare per fare in modo che le persone si mettano e rimettano in gioco, anche in condizioni difficili o in cui sia necessario resettare le proprie competenze.
- Izuma, Saito, e Sadato (2008) hanno studiato le basi dei reward economici e sociali. Attraverso una sperimentazione che ha coinvolto 19 soggetti e una fMRI (risonanza magnetica funzionale) hanno realizzato che avere una buona reputazione sollecita gli stessi circuiti del reward monetario e che quindi il circuito per reward monetari o sociali è lo stesso. Avere una buona reputazione sociale, cioè un posizionamento sociale riconosciuto come di valore all’interno del proprio gruppo di appartenenza, è motivante di per sé.
Gli ampi studi in questo ambito (SDT – Self-Determination Theory, Ryan & Deci, 2017) hanno avuto modo di appurare come la motivazione intrinseca sia anche direttamente collegata allo sviluppo di apprendimento, al miglioramento delle performance, alla creatività e alla generazione di benessere. - Di Domenico, S. I., & Ryan, R. M. (2017). The emerging neuroscience of intrinsic motivation: A new frontier in self-determination research. Frontiers in Human Neuroscience, 11, 145-160. doi: 10.3389/fnhum.017.00145 .
Moltissime ricerche, tra cui quella di Zaki e Mitchell (2011) hanno evidenziato che quando le decisioni prese sono considerate inique viene coinvolta l’insula anteriore, una regione connessa con l’esperienza soggettiva del sentimento di inutilità e che fa parte del circuito del “pain”. Allo stesso tempo, la risposta della parte di insula collegata all’iniquità predice la riluttanza da parte dei soggetti nel fare scelte inique. La sensibilità all’iniquità è molto accentuata e la percezione di stare in un sistema iniquo porta al disengagement.- Zaki, J., & Mitchell, J. P. (2011). Equitable decision making is associated with neural markers of intrinsic value. Proceedings of the National Academy of Sciences, 108(49), 19761- 19766. doi: 10.1073/pnas.1112324108
In una recente ricerca con l’uso dell’EEG (Meng & Yang, 2017) sono stati testati alcuni parametri di attenzione ed engagement in relazione alla opportunità offerta di decidere se ricevere un feedback o meno. La prova prevedeva l’assegnazione di uno stesso compito a due gruppi sperimentali posti in condizioni diverse, al primo gruppo veniva fornita la possibilità di scegliere se ricevere un feedback, al secondo gruppo no. Sono emersi alcuni risultati interessanti che aiutano a comprendere le dinamiche favorevoli all’apprendimento tramite feedback. - Il tasso di successo è risultato più elevato per il gruppo che ha avuto la possibilità di ricevere feedback. -Meng, L., & Yang, Z. (2017). Feedback is the breakfast of champions: the significance of selfcontrolled formal feedback for autonomous task engagement. NeuroReport, 29(1), 13-18. doi: 10.1097/WNR.0000000000000921
I risultati di una recente ricerca (Fang et al., 2018) hanno fornito le evidenze neurali del processo che soggiace al desiderio di ripristinare il proprio senso di competenza dopo aver subito una frustrazione. È stato rilevato infatti che i partecipanti che subiscono una frustrazione in un compito che li ha messi duramente alla prova hanno però una motivazione maggiore a vincere in un compito successivo. - Fang, H., He, B., Fu, H, Zhang, H., Mo, Z., & Meng, L. (2018). A Surprising source of SelfMotivation: prior competence frustration strengthens one’s motivation to win in another competence-supportive activity. Frontiers in Human Neuroscience, 12, 1-11. doi: 10.3389/fnhum.2018
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